(Warwickshire ? - Londra 1471) scrittore inglese. Solo nel 1934 la scoperta del manoscritto di un romanzo cavalleresco fino allora anonimo, La morte di Artù (Le morte Darthur), pubblicato a stampa da W. Caxton nel 1485, ha indotto a identificarne l’autore con un T.M. del Warwickshire, mezzo gentiluomo e mezzo bandito, che militò in favore dei Lancaster nella guerra delle due rose e che, più volte imprigionato per vari delitti, avrebbe scritto il libro in prigione. L’identificazione non è del tutto sicura, anche per il contrasto tra questa figura di avventuriero e gli ideali etici espressi nell’opera. L’argomento del romanzo, desunto dalle leggende del ciclo bretone sui cavalieri della Tavola rotonda, è antiquato rispetto alle letterature europee contemporanee, e la nostalgia dell’autore per gli ideali cavallereschi contrasta con gli ideali della nuova società borghese. La materia, tuttavia, è trattata in modo nuovo: svaniscono le complessità strutturali e dottrinali del ciclo francese, mentre sono messi in risalto i singoli episodi, i personaggi, le avventure, i conflitti delle passioni. Con La morte di Artù, la struttura del romanzo medievale comincia dunque ad adattarsi (come sarà nel romanzo moderno) all’autonomia della vita, liberandosi della cornice mistica. La prosa di M., semplice e tersa, si piega all’uso degli ambienti che descrive, passando con naturalezza dal cerimonioso formalismo cortese all’immediatezza colloquiale.